La famosa chiesa milanese è stata oggetto di un primo intervento anti-umidità nel 2006, con l’installazione di 3 unità CNT Domodry, con la successiva aggiunta di altri 6 apparecchi nel 2014.
Descrizione intervento
Le indagini diagnostiche iniziali avevano evidenziato una presenza diffusa di umidità da risalita capillare che si manifestava con anomalia dei profili termici rilevati dalle indagini termografiche. Il monitoraggio del processo di risanamento delle murature sotto l’effetto della tecnologia a neutralizzazione di carica è stato effettuato, oltre che attraverso la comparazione delle variazioni delle temperature superficiali, anche mediante misurazione diretta con metodo ponderale secondo le UNI 11085, eseguita dal Laboratorio di Fisica Tecnica Ambientale per i Beni Culturali (Fi.T.Be.C.) del Politecnico di Milano.
Al fine di fornire un’interpretazione completa dei dati rilevati si è scelto di effettuare le verifiche ponderali anche nella zona di accesso alla cripta. Inoltre, sempre in fase di installazione, sono state prelevati campioni delle efflorescenze saline, sottoposti a prove di laboratorio con cromatografia ionica, dalle quali è stato possibile determinare la presenza di sali igroscopici principalmente costituiti da solfati e nitrati.
L’intervento ha previsto l’installazione, nel 2009, di n. 3 apparecchi CNT® Domodry® con raggio di azione sferico di 15m, integrati nel 2014 con l’aggiunta di ulteriori n. 6 apparecchi con raggio di azione sferico di 15m.
Evidenze conclusive
Il confronto delle immagini termografiche acquisite nel corso degli anni mostra gli effetti della progressiva asciugatura delle murature. Nella fattispecie le superfici coperte dall’installazione del 2009 risultano completamente asciugate, confermando i dati ricavati dai termogrammi già acquisiti nel 2014.
Le zone sotto il raggio di azione dei dispositivi collocati nel 2014, dopo 26 mesi dall’installazione, presentavano sporadiche tracce di umidità residua, destinate a smaltirsi nei mesi successivi, che si manifestavano attraverso anomalie localizzate nella distribuzione superficiale delle temperature, non più presenti al controllo di inizio 2019.